PROGRAMMA VOTATO IL 7 GENNAIO

LINEE PROGRAMMATICHE LIBERI E UGUALI

Il programma di Liberi e Uguali nasce dalle assemblee del 16 e 17 dicembre; quei documenti sono stati sistematizzati da un gruppo di lavoro - che voglio ringraziare - e compongono le linee programmatiche principali, per indicare la strada, per tracciare la nostra identità.In un'Italia in cui nessuno più scrive programmi politici e in cui le promesse elettorali sono state puntualmente tradite, noi vogliamo partire da un programma di governo credibile, attento ai conti e ​radicale nelle proposte​, capace di liberare le energie compresse del nostro Paese al fine di ridurre drasticamente le disuguaglianze che ci stanno dilaniando.Al centro il dettato costituzionale e un'economia che funzioni davvero per tutti, ​due elementi che ci impongono scelte diverse, che vadano nella chiara direzione della redistribuzione della ricchezza e del sostegno ai redditi da lavoro.Siamo per una distribuzione più equa del carico fiscale​, anche attraverso una migliore progressività dell'imposta che chieda un contributo più elevato alle persone con più redditi e patrimoni (il contrario dell'imposta piatta, flat tax), per una riforma delle aliquote Irpef che vada a beneficio di chi guadagna fino a 35mila euro all'anno, e per una lotta senza tregua all'evasione fiscale a favore di chi le tassa le paga fino all'ultimo centesimo. Non mille leggi e progetti, riforme annunciate ed imposte senza verificarne le effettive conseguenze ma progetti che servono, scritti bene,da fare meglio. Un lavoro ben fatto. La politica che ritrova il suo ruolo di servizio a favore dei cittadini.Scuola e ricerca: la prima cosa.Da anni siamo collocati agli ultimi posti in Europa per investimenti nel settore. Eppure, tra mille difficoltà, la scuola ha saputo affrontare sfide enormi, come quella dell'inclusione.Dobbiamo cambiare l'approccio alla cosiddetta "Buona scuola" e ripartire da una scuola che si fa comunità educante, che si dà l'obiettivo fondamentale di contrastare la dispersione scolastica e di creare condizioni di uguaglianza sostanziale. Una scuola ancorata ai principi costituzionali, rendendola realmente gratuita, riqualificando e ampliando il"tempo scuola", rendendo universale la scuola dell'infanzia. Solo una scuola felice e piena di dignità può essere buona.Chiunque, come me, abbia dei bambini sa che la scuola svolge un ruolo strategico nella vita delle famiglie. Una scuola che funzioni davvero, dove gli insegnanti siano persone fiere del loro lavoro e restituiscano ai nostri figli il meglio di loro stessi. Una scuola povera, senza mezzi, coninsegnanti mortificati costruisce - al di là del valore dei singoli - una società frantumata e rancorosa in cui la lotta tra poveri inizia tra i banchi di scuola perchè non tutti possono permettersi di pagare le attività sportive, culturali, ricreative, la mensa, i materiali didattici.La disuguaglianza e la lotta ai poveri - invece che alla povertà - in Italia te la insegnano da piccolo. Il bimbo straniero che supera tuo figlio nella graduatoria dell'asilo nido diventa tuo nemico. Cosa c'è di buono in una scuola così?E' necessario riconoscere la dignità e il valore della funzione degli insegnanti, stabilizzando i precari attraverso un piano pluriennale, dando risposte a chi (vittima di un algoritmo impazzito) ha subito una mobilità inutile e dannosa, adeguando gli stipendi di docenti e personale Ata aglistandard europei.L'alternanza scuola-lavoro è da rivedere completamente, dando agli studenti strumenti per comprendere il mondo del lavoro e portarvi elementi di innovazione, spirito critico, autonomia intellettuale.I ragazzi e le ragazze che si sono ribellati a quello che è stato loro imposto non sono sfaticati ribelli ma giustamente pretendono una proposta utile e seria. Dobbiamo ascoltarli, perché capiscono del lorofuturo più di quelli che glielo scrivono.Serve un piano per l'edilizia scolastica in linea con il progetto di conversione ecologica. Quello italiano può definirsi un patrimonio edilizio scolastico storico come ormai storici sono i problemi che lo caratterizzano:oltre il 60% degli edifici, infatti, è stato costruito prima del 1976 e spesso necessita di interventi di manutenzione urgenti. Inoltre, risulta ancoracarente rispetto alle norme di sicurezza, mancando spesso l'adeguamento alla normativa sismica. Analizzando le linee di finanziamento degli ultimi quattro anni - uno dei fiore all'occhiello del programma Renzi-Gentiloni -vediamo che solo il 3,5% degli interventi ha riguardato l'adeguamento sismico delle aree a rischio (532 interventi per 15.055 edifici), con una tempistica tale da permettere il raggiungimento dell'obiettivo sicurezza inquelle aree solo tra 113 anni. Se volete traduco: i nostri figli non sono al sicuro! Nel corso dell'ultimo decennio si è assistito al continuo sotto-finanziamento del sistema universitario e della ricerca pubblica, accompagnato dal crollo delle immatricolazioni:l'Università diventa sempre di più un club per pochi.Contestualmente, gli enti pubblici di ricerca hanno subito unarazionalizzazione selvaggia, un'esplosione del precariato inspregio all'utilità strategica di molti istituti. ​È irrinunciabile uninvestimento sulla progressiva gratuità dell'accesso, sul diritto allo studio, sul superamento del numero chiuso, sulla qualità dell'insegnamento, sulla valorizzazione di professori e ricercatori, sulla valutazione seria dellaricerca: strumenti strutturali per la ricostruzione di un sistema5universitario e della ricerca pubblica all'avanguardia e diffuso lungo tuttala penisola.Il nostro grande piano verdeNella grande transizione che abbiamo di fronte, fatta di cambiamenticlimatici, robot, nuove disuguaglianze e flussi migratori, dobbiamo dinuovo rendere l'Italia un luogo di capace di anticipare e accelerare letrasformazioni.Il settore strategico, capace di intervenire su tutte le dimensioni dellatransizione, è la conversione ecologica dell'economia​. E' il nostroGreen New Deal​, un piano coordinato di interventi che apra lastrada alle potenzialità della nostra imprenditoria migliore, oggiancora soffocata da norme inadeguate e che garantisca un fortesaldo attivo sul piano occupazionale con lavoratori orgogliosi dipartecipare al miglioramento del nostro mondo. ​Non un settore, mala sfida enorme, assieme alle altre grandi nazioni che hanno scelto questastrada, di creare una nuova prospettiva di sviluppo sostenibile finanziandoinvestimenti in energia pulita e rinnovabile, rigenerando le nostre cittàattraverso l'efficienza energetica che produce risparmi reali per tuttimuovendo nella direzione di un'economia circolare che superi discariche einceneritori e che ci porti fuori dal medioevo della gestione dei rifiuti,scartando la logica delle grandi opere per dedicarci alla riqualificazione emessa in sicurezza del territorio. Tra le leve da introdurre vi èsicuramente la razionalizzazione delle imposte sull'energia con la carbontax.Un piano capace di liberarci dal vincolo energetico che crea relazioniinternazionali pericolose e che può consentirci di mitigare gli effetti deicambiamenti climatici anche in quei luoghi del mondo dove hannoconseguenze devastanti.Un'Italia capace di marciare senza le fonti fossili. Un'Italia che viaggia atrazione rinnovabile e grazie all'efficienza energetica. Un0Italia che6contrasta il consumo del suolo con un'azione di governo che parli anchedi riqualificazione e messa in sicurezza del territorio.Non è una chimera, ma un futuro prossimo possibile e auspicabile.Basta partire con il piede giusto, mettere in campo un piano clima edenergia che porti nel 2030 a un paese Carbon-free.Un piano capace di ridurre la CO2 e di creare nuova occupazione. In lineacon la Strategia energetica nazionale, ma con target più ambiziosi edobiettivi al 2030 coerenti con l'Accordo di Parigi. Uno sviluppo più spintoma rispettoso del territorio e del paesaggio che punti sulle fonti rinnovabilie sull'efficienza energetica sia nel vettore elettrico che in quello termico,raggiungendo così risultati ben più significativi in termini di risparmio dicombustibili - così si fermano le guerre del petrolio! - con unconseguente risparmio di risorse pari a 5,5 Mld di euro all'anno, oltre a unaumento dei posti di lavoro nei settori emergenti dell'energia edell'innovazione tecnologica pari a 2,7 milioni, tra permanenti etemporanei.Fonti rinnovabili ed efficienza energetica come chiave con cui ripensare isettori dell'edilizia, dei trasporti, dell'industria e dell'agricoltura. Perquesto abbiamo bisogno di un deciso cambio di passo della politica.L'Italia ha tutto l'interesse a essere in prima linea nella sfida dellasostenibilità, con vantaggio per le imprese e per i cittadini. Grazie alletecnologie già disponibili possiamo immaginare un futuro senza fossili.La decarbonizzazione non è solo l'unica strada possibile percombattere i cambiamenti climatici, ma è anche una grandeopportunità di modernizzazione e sviluppo del paese.Impegnarsi per il benessere animale assieme all'ampliamento e il rilanciodel sistema dei parchi e delle aree naturali protette, significa investire7nelle vere migliori risorse a tutela del nostro territorio che già oggidifendono la biodiversità e creano reddito, occupazione, vita migliore e piùfelice.Un'economia civile che possa essere la leva di un cambiamento profondoper uscire dalla crisi creando valore e lavoro; costruendo un nuovomercato ecologico, giusto e condiviso; rilanciando la partecipazione deicittadini; promuovendo nuovi percorsi e nuovi spazi di democrazia.Una nuova economia capace di superare l'odierna organizzazione deimercati e la dicotomia "profit- non profit", dunque aperta al ruolofondamentale della cittadinanza attiva e delle imprese responsabili.- Me la consentite una battuta sui sacchetti biodegradabili? Eraun'occasione facilissima per attuare un altro passo avanti verso lasalvaguardia del nostro ambiente e la consapevolezza dei cittadini. Einvece, per l'incompetenza del Governo - che bastava ci lasciasse portareuna retina da casa - abbiamo assistito a 3 giorni di guerriglia violenta suisocial media con rabbia e accuse che rappresentano una linfa velenosaper la tenuta della comunità che siamo. Ecco, questo è un esempio dellesciocchezze che ci impegniamo ad evitare. -Il lavoro. Quello buono.Il ricatto della precarietà ​ha minato dalle fondamenta un'idea di societàin cui ciascun individuo possa sentirsi realizzato, esponendo i lavoratori aun mercato sempre più feroce e portando i salari a livelli tanto bassi daessere nocivi per la stessa crescita dell'economia.Dobbiamo cancellare il Jobs Act e la giungla di forme contrattualiprecarie che alimentano il peggiore sfruttamento, introducendo comeforma prevalente il contratto a tempo indeterminato, che preveda tutelecrescenti articolate in tre diverse fasi del percorso di formazione estabilizzazione del lavoratore. Un periodo di prova, della durata massima8di tre mesi, un periodo di allineamento professionale e infine, entro treanni dall'attivazione, la fase di stabilizzazione a seguito della quale ilrecesso potrà avvenire solo in caso di giusta causa e giustificato motivo,con l'applicazione delle tutele piene in caso di licenziamento illegittimo.Ogni forma contrattuale precaria residuale deve essere piùcostosa per l'impresa rispetto al lavoro stabile. Tutto ciò consenteanche la reintroduzione delle tutele eliminate dal Jobs Act.Tutto questo, però, non fermerà la quarta rivoluzione industrialedove le intelligenze artificiali spazzeranno via interi settoriprofessionali. Conoscere e capire le nuove frontiere e lepotenzialità dell'information technology servirà a gestire questopassaggio epocale e trasformare molte delle minacce in nuoveopportunità.Ma soprattutto vogliamo creare nuovo lavoro, impegnandoci a rimuoveregli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertàe l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo dellapersona umana ​e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratoriall'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.- E' bello vero? Lo conoscete tutti è l'articolo tre della nostra Costituzione.Quello su cui si fonda il nostro progetto politico. Puntare al "pienosviluppo della persona umana" è la più grande ambizione che possiamoavere. E' così moderno, così visionario, così concreto. E' davvero il nostrofaro. -Quelle due parole, "di fatto" ci sono perché le ha fatte inserire TeresaMattei durante i lavori della Costituente, indicando una reale ed effettivaparità tra generi che deve realizzarsi anche nei salari.Il welfare per tutte e per tuttiUn welfare efficace è un welfare universale. Il reddito diinclusione deve diventare uno strumento reale e concreto,9universale, di contrasto alla povertà assoluta e che supplisca alladiscontinuità lavorativa​.Abbiamo bisogno di una rete capillare di servizi per l'infanzia (non bonusbebè, ma asili nido), di generalizzare il tempo pieno nella scuoladell'obbligo, di investire, a prescindere dal genere, sulla conciliazione tralavoro e vita familiare.Dobbiamo adottare un piano sociosanitario per la non autosufficienzaincentrato sulla domiciliarietà, e definire un piano integrato d'interventi afavore delle persone con disabilità, che ne favorisca la vita indipendente.Le politiche per la casa devono passare dall'incentivo alla proprietà aquello degli affitti a beneficio dei giovani: disponiamo di un enormepatrimonio immobiliare abbandonato sul quale investire.La sanità. Pubblica.Un numero crescente di persone non riesce ad avere accesso alle cure, acausa di costi sempre più elevati, liste d'attesa sempre più lunghe,mancanza di servizi di prossimità. Dobbiamo rovesciare il sistemapuntando sulla prevenzione. Ossia sulla riduzione dei fattori di rischiolegati all'ambiente di vita e di lavoro ma, soprattutto, sulla realeaccessibilità alle analisi preventive perché solo in questo modo si possonoscoprire i problemi prima che diventino gravi.Un esame può salvare una vita ma servono soldi per poterselopermettere. Se vogliamo abbattere i costi della sanità questo è il miglioresistema per agire. - Siamo contro gli sprechi, si. Di vite umane. -L'uguaglianza nei dirittiL'uguaglianza non ammette distinzioni, perché non parliamo di unaconcessione della politica, ma del riconoscimento di diritti da rendereesigibili. Abbiamo la necessità di riformare nel suo complesso il diritto di10famiglia, che deve essere declinato al plurale, parlando di "famiglie" eincludendo anche quelle di fatto e ogni altra forma di legame familiare.Il matrimonio deve essere un istituto unico, accessibile a tutte e tutti conil pieno ed eguale riconoscimento di tutti i legami affettivi, compresi quellidelle coppie LGBT, una parità dei diritti anche sul piano della genitorialità.Sono necessari progetti formativi anche scolastici, efficaci sull'educazioneaffettiva, sessuale e alle differenze, con un approccio critico alle relazionidi potere fra i generi. Dobbiamo introdurre misure efficaci dal punto divista normativo per inasprire le pene e renderle efficaci per chi commetteviolenze con l'aggravante della discriminazione.E' necessaria un'azione determinata e continua di contrasto alfemminicidio, alla violenza e ad ogni forma di sopraffazione. Un contrastoche passa anche da un piano straordinario per l'occupazione femminileche renda le donne libere di scegliere e fiduciose nel proprio futuro. Perfare questo abbiamo bisogno di una maggiore presenza femminile nellapolitica, nel mondo economico, nelle professioni.Sulle politiche di accoglienza è aperta una faglia in tutta Europa.Dobbiamo rigettare accordi con Paesi in cui non siano garantiti i dirittiumani, promuovere reali occasioni di sviluppo nei Paesi di provenienza enon permettere che si continui a depredarli.Dobbiamo gestire le migrazioni con razionalità, abolendo laBossi-Fini, introducendo un permesso di ricerca lavoro emeccanismi di ingresso regolari, promuovendo la nascita di ununico sistema di asilo europeo che superi il criterio del paese diprimo accesso e che comprenda canali umanitari e missioni disalvataggio​.25 sono i morti nel Mediterraneo nella notte della Befana: si sommano ai3081 del 20175096 del 2016113771 del 20153538 del 201415.511 esseri umani: per questo appare tanto più odioso l'attaccoindiscriminato rivolto alle Ong e in generale al mondo delle associazioni edel volontariato che in questi anni hanno garantito sicurezza e accoglienzaa migliaia di disperati.Dobbiamo costruire un sistema di accoglienza rigoroso, diffuso eintegrato, sulla base del modello Sprar, superando la gestionestraordinaria che troppi scandali e distorsioni ha generato in questi anni,stroncando ogni forma di speculazione.Con la stessa forza va affermato che riconoscere la cittadinanzaitaliana a chi nasce in Italia da genitori stranieri, o è arrivato inItalia da piccolo e ha completato almeno un ciclo di studi, non è unatto di solidarietà, ma un gesto di civiltà verso chi nei fatti è giàitaliano.Con la cultura si viveL'Italia è cultura, il made in Italy è cultura, la nostra storia e tradizionisono cultura, la nostra quotidianità è cultura. Una valorizzazione modernache tuteli pienamente e insieme promuova è la sfida che ci pone il nostrotempo.Serve una strategia che abbiamo perso: riguarda le biblioteche chedevono tornare ad essere centri di aggregazione e scoperta, il sistema deimusei che si devono riempire di narrazione e visitatori, il patrimonioartistico e archeologico la cui gestione faccia tesoro delle migliori iniziativeche vengono dalla società introducendo pratiche di co-gestione checoinvolgano le comunità locali, che tendano a socializzare i benefici e acreare valore condiviso.12Un percorso di valorizzazione che si estenda alle periferie - anche graziead esperienze di cittadinanza attiva ed autorganizzata - alle zonedegradate e alle aree interne del nostro Paese per nutrire un turismo diqualità che restituisce benessere, identità e bellezza a chi lo offre e a chilo riceve.Questo è il frutto del lavoro che tutti insieme abbiamo fatto fino a qui.Figlio di tante anime che, come mi dicevano gli amici di Pisa due giorni fa,stanno lavorando per segnare un percorso comune e aperto che guarda alfuturo. Un cammino che oggi condividiamo tra di noi ma domani vogliamolo sia con il resto dell'Italia. Questa di oggi è una tappa. Per andare avantiabbiamo bisogno della vostra partecipazione, delle vostre idee, di unonesto e appassionato confronto democratico. Discuteremo insieme e allafine di questa Assemblea avremo delle proposte da portare in ogni piazza,in ogni casa, in ogni mente e cuore da conquistare con la bellezza e ilvalore del nostro impegno.LA CAMPAGNA ELETTORALELa nostra sarà una campagna elettorale in velocità e con pochi mezzi.Parleremo ai giovani e lo faremo sui social certo ma soprattutto andandoliad incontrare nelle piazze e nei luoghi che riempiono la loro vita.Lo avete visto: il nostro primo slogan lo abbiamo preso da Corbyn. Cipiaceva l'idea di collegarci ad un'esperienza che come noi stiamoprovando a fare, è riuscita a innestare i valori della sinistra con nuove emoderne culture: l'ecologismo, l'economia civile, i nuovi diritti.

PER I MOLTI E NON PER I POCHI. Questo è il nostro primo slogan e parlerà del fatto che noi rispondiamo ai bisogni, ai sogni, alle aspirazioni della maggioranza del Paese. Ha ragione Piero: NOI SIAMO LA MAGGIORANZA! e allora portiamola a votare questa maggioranza e a votare per noi!

© 2017 Agenzia P-R-Evolution. Viale Marconi 10, 00156 Roma
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia