i nostri candidati 

CURRICULUM ENRICA PAZE'

Enrica Pazè, 50 anni, medico oncologa.

Impegnata nel campo della salute, della solidarietà e della cooperazione. Dopo la specializzazione in oncologia ha lavorato per circa 7 anni come medico presso ospedali missionari in Kenya ed in Uganda. Al rientro in Italia ha lavorato all'ospedale valdese di Torino, all'ospedale di Saluzzo e a quello di Carmagnola; dal 2009 lavora come oncologa alle Molinette di Torino.

Ha iniziato a fare politica a Pinerolo nell'ambito di liste civiche ed a livello nazionale con il Movimento per la Democrazia - La Rete, di cui è stata membro del comitato nazionale. Nel periodo 1999-2000 è stata consigliera regionale in Piemonte, eletta in una lista Verdi-Rete. Dal 2006 al 2008 è stata consigliera comunale a Pinerolo, capogruppo per Rifondazione Comunista e successivamente del gruppo unico 'La Sinistra' formato dall'unione con alcuni consiglieri comunali di Sinistra Democratica. Ha poi aderito a SEL e nel 2016 è stata candidata sindaco a Pinerolo per la lista civica di sinistra 'Pinerolo in Comune' ottenendo il 7,6% dei voti al primo turno ed è al momento consigliera di opposizione, capogruppo per 'Pinerolo in Comune'. E' iscritta a Sinistra Italiana. Tra le tematiche su cui si è impegnata in questi anni in consiglio comunale vi sono la concessione della cittadinanza onoraria di Pinerolo ad Abdullah Öcalan, la tutela dell'ambiente e il risparmio del suolo, il contrasto al razzismo e alla ludopatia, la discussione sul rinnovo della concessione per la tratta autostradale Torino-Pinerolo, la promozione del trasporto su bici.

Ha partecipato attivamente alla campagna per il 'no' al referendum sulla Costituzione ed alla raccolta di firma per il progetto di legge 'Ero straniero - l'umanità che fa bene' per la modifica dell'attuale legge sull'immigrazione.

Nel 2016 ha trascorso un breve periodo sull'isola di Lesbo con l'ong R4A che provvedeva assistenza sanitaria ai migranti e più recentemente ha partecipato, sempre con la stessa ong, ad attività di assistenza ai migranti che cercano di attraversare il confine a Bardonecchia.

Ha 3 figlie, adottate quando lavorava in Uganda.

Tibaldo Lorenzo (Pinerolo, 1952). Professore di lettere, storia e filosofia, è stato prima docente nella scuola elementare, poi di lettere nella scuola secondaria superiore di secondo grado e in seguito ha insegnato filosofia del linguaggio nei corsi universitari per mediatori linguistici. Come storico e saggista ha rivolto il suo interesse alla storia delle istituzioni scolastiche nell'Ottocento, alle forme associative del movimento operaio e sindacale, alla Resistenza e ad aspetti della storia del Novecento. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: La religione non è una fiaba (Kosmos, Torino 1995);Leggere scrivere e far di conto (Alzani, Pinerolo 1999); Una società giusta (Alzani, Pinerolo 2002); Democrazia e solidarietà (Centro Studi Piemontesi, Torino, 2003); Quando suonò la campana. Willy Jervis (1901-1944) (Claudiana, Torino 2004), ora nella seconda edizione Willy Jervis (1901-1944). Una vita per la libertà (Claudiana, Torino 2014); Sotto un cielo stellato. Vita e morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti (prefazione di Giuliano Montaldo, Claudiana, Torino, 2008); Il viandante della libertà. Jacopo Lombardini 1892-1945 (Claudiana, Torino 2011); Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti (a cura di Lorenzo Tibaldo, con prefazione di Furio Colombo), Lettere e scritti dal carcere (Claudiana, Torino 2012); La Rosa Bianca. Giovani contro Hitler (Claudiana, Torino 2014); Gli italiani (non) son tutti fatti così. Le speranze deluse nella storia d'Italia (Petite Plaisance, Pistoia 2017). E' in via di pubblicazione, in un testo collettaneo, il saggio Sacco e Vanzetti lo slot della storia del Novecento. É stato presidente del Distretto scolastico 43 della val Pellice e assessore alla cultura, all'istruzione e all'ambiente del Comune di Torre Pellice per due mandati. Attualmente è presidente del Comitato val Pellice per la difesa dei valori   Resistenza e della Costituzione repubblicana.  

Nome / Cognome Laura Zoggia

Indirizzo Via Ponte Palestro, 2 - 10065 San Germano Chisone (TO)

Telefono 335.318925

E-Mail laurazoggia56@gmail.com

Cittadinanza Italiana

Data di nascita 15 settembre 1956

Istruzione e formazione:

Diploma di Ragioneria conseguito presso Istituto Buniva di Pinerolo nel 1975.

Iscrizione all'Università di Torino facoltà di Lingue e lettere moderne non completato.

Esperienza professionale

Impiegata in uno studio medico dal 1974 al 1998. -

Esperienza lavorativa con K idea di Torino nel ruolo di redattrice di articoli e di rassegna stampa per la Valeo.

Dipendente dal 1999 al 2004 nella redazione di Caprilli com. Pinerolo.

Dal 2005 libera professionista nello studio di comunicazione Linea G. Pinerolo.

Sindaco del Comune di Porte dal 1999 al 2004 e dal 2006 a tutt'oggi con fine mandato nel 2021.

Incarichi

Membro del Consiglio d'Amministrazione del CUEA (Università di Pinerolo) fino al 2015.

Componente Commissione Pari Opportunità ANCI Nazionale, fino al 2014

Componente Consulta nazionale ANCI Piccoli Comuni. Fino al 2014

Presidente dal 2008 dell'Associazione Svolta Donna. Dal 2017 Presidente Onoraria.

Componente Commissione Pari Opportunità Regione Piemonte dal 2005 al 2010.

Attualmente sindaco di Porte fino al 2021, Presidente Unione dei Comuni Montani Valli Chisone e Germanasca che raggruppa 14 comuni.

Dal 2016 sono membro del consiglio direttivo del (CFIQ) Consorzio Formazione Innovazione e Qualità di Pinerolo.

Mansioni varie

Dal 1978 impegnata in associazioni di volontariato. Dal 2000 al 2005 Presidente del Gruppo Sportivo Porte. Socia dell'AVIS PORTE dal 2004 con il compito della comunicazione.

Ho maturato una specifica competenza in campo amministrativo comunale, gestendo il bilancio e tutti i bandi e i progetti con enti sovracomunali. Maturata una grande esperienza nella gestione dei rapporti istituzionali con Provincia, Regione e Stato. Formazione professionale nella comunicazione e nella redazione di articoli per riviste tecniche.

Collaborazione con articoli con le riviste: Uomini e Motori, Gomme & Trattori, Il Giornale dell'Autoriparatore della Fiat, Come & Dove magazine.

Scritto prefazione per libri di Angelo Grillo titolo " La Berlinese" e "Ombre che Camminano" di Amalia Frairia e Simona Casadei entrambi pubblicati da Alzani Editore.

Ho scritto due capitoli e coordinato il progetto editoriale del libro: Porte: " Storia, leggende e vita quotidiana" a maggio 2011, altri due capitoli per il libro "Porte fuori al Tunnel del 2014 e nel 2016 il libro "Porte in guerra".

Ho fondato come sindaca, il centro antiviolenza Svolta Donna nel 2008 per supportare le donne colpite da violenza, soprusi e maltrattamenti. Opera sui 110 comuni dell'ASL TO3 e ha gli sportelli operativi negli ospedali di Pinerolo, Orbassano, Rivoli, Avigliana e Susa. Da tre anni dotata di casa rifugio per ospitare le donne che ne hanno necessità.

Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del decreto legislativo n° 196 del 30 giugno 2003 "Codice in materia di protezione dei dati personali".

In originale Firmato Laura Zoggia

legge elettorale

"Il partito dell'uguaglianza" - L'Espresso intervista Pietro Grasso

Intervista di Stefania Rossini a Pietro Grasso pubblicata su l'Espresso

L'entusiasmo e il piglio con cui Pietro Grasso incarna il ruolo di leader della sinistra sono una delle sorprese di questo inizio di campagna elettorale. Chi aveva pensato che fosse semplicemente un uomo-simbolo, scelto a tavolino per dare smalto a una coalizione di facce usurate, ha scoperto un oratore potente e un politico determinato. Accompagnato dall'aura di una vita spesa a combattere la mafia e dall'esperienza più recente di presidente del Senato, Grasso è alla ricerca di quella che chiama "la connessione sentimentale" con il popolo della sinistra. Così galvanizza platee esibendo l'emozione di uomo solo al comando, inventa il nome di Liberi e Uguali, lancia idee controverse (come l'abolizione delle tasse universitarie), fa addirittura intravedere la possibilità di un accordo con i 5 Stelle per un futuro governo. E di fronte a chi avanza qualche distinguo, come alcuni vecchi leader, o a chi si accoda per suggerire un ticket, come Laura Boldrini, non rinuncia alla responsabilità di decidere.

Lo aiutano un aspetto piacevole, un'eleganza da signore siciliano e forse anche un'età (73 anni) che lo contrappone all'overdose di giovanilismo degli ultimi anni e lo fa paragonare ai due grandi vecchi della sinistra anglosassone, Jeremy Corbyn e Bernie Sanders.

Presidente, è così? È per questo che è stato accettato facilmente da un popolo di disillusi?

«Penso di essere riuscito a trasmettere la passione con cui ho intrapreso questa avventura politica».

Non ha sospettato di essere stato scelto soprattutto perché estraneo al vecchio mondo politico? Un papa straniero rassicurante.

«Se quella è la motivazione, è un problema di chi l'ha pensata. Io ho visto che mi si offriva l'occasione di realizzare il mio progetto. E l'ho presa».

Qual è il suo progetto?

«Quello di mettere al centro le persone. Vedo una società frantumata, gente che cammina con la testa bassa, che non sa se arriverà alla fine del mese. Vorrei veder rialzare quelle teste restituendo a tutti i diritti negati: il diritto alla scuola, al lavoro, alla salute e anche alla casa. Questa è la sinistra che mi interessa, fatta di valori e non di appartenenza a partiti. E' ora di riaffermare che alla base di tutto ci sono i principi di uguaglianza sociale».

Infatti lei si è dichiarato un "ragazzo di sinistra". Francamente finora nessuno se ne era accorto.

«Questo è un bene, perché fino a poco tempo fa sono stato un magistrato, una funzione dove bisogna non solo essere imparziali, ma anche apparire imparziali. Poi come presidente del Senato ho dovuto garantire la terzietà. Solo oggi posso far emergere i miei sentimenti politici. Ma sappia che già negli anni Sessanta mio padre, che era di idee socialiste, mi portava in piazza ai comizi di Nenni. Poi, per darmi l'idea della pluralità, mi portava anche ai comizi di Almirante. Voleva che vedessi tutto per farmi un'opinione».

Proprio in quel periodo scoppiava il Sessantotto. Lei lo ha vissuto?

«L'ho visto da lontano. In quell'anno facevo il militare e avevo da poco vinto il concorso da magistrato. Due anni dopo mi sarei sposato e tre anni dopo avrei avuto un figlio».

Perché correva tanto?

«Erano altri tempi e l'importante era rendersi al più presto autonomi dalla famiglia. Dovevi gettare subito le basi del tuo programma di vita. Il mio sogno di fare il magistrato era sorto da bambino, di fronte alle pozze di sangue dei cadaveri per le strade di Palermo e l'ho realizzato appena possibile. E poi avevo già trovato la ragazza del mio cuore, che è ancora accanto a me».

Già, sua moglie è una figura importante nella sua vita. Si dice che sia il suo unico spin doctor.

«La verità è che ogni tanto la tiro in ballo per farmi da scudo. Del resto lei ha le mie stesse idee, anzi più esplicite. Quando faceva l'insegnante era sempre in prima fila nelle manifestazioni con gli striscioni dei Cobas. Io ero sostituto procuratore e mi raccomandavo al questore: "Per favore non me la manganellate troppo"».

E' questa affinità che vi ha tenuto insieme per quasi 50 anni?

«Oltre all'affetto, direi che il merito è tutto suo. Ha condiviso le mie scelte e accettato le mie lunghe assenze per lavoro. Soltanto il maxi processo a Cosa nostra mi ha tenuto distante quattro anni. Un'assenza che mio figlio, allora adolescente, ci ha messo molto tempo a perdonarmi. Poi ha deciso, senza dirmelo, di fare il poliziotto, una scelta che lo avvicinava a suo padre, ma nello stesso tempo lo distingueva».

Nella sua vita sembra contare molto anche l'amicizia. Quella con Falcone è ormai entrata nel mito.

«È stata un'amicizia fraterna e profonda, cominciata sul lavoro nella stima reciproca e finita a Capaci il 23 maggio del '92, in quella strage dove avrei dovuto morire anch'io se non avessi trovato un posto all'ultimo momento su un aereo. Falcone mi è stato strappato nel momento più intenso del nostro rapporto. Eravamo a Roma, distaccati al ministero di Grazia e Giustizia dove ci aveva chiamato Claudio Martelli, allora ministro, e passavamo insieme tutto il tempo. Ho saputo più tardi che, proprio a Roma, siamo scampati a un attentato per un curioso equivoco».

Racconti.

«Anni dopo un collaboratore di giustizia mi ha confessato: "Vi seguivamo e avevamo l'ordine di colpirvi quando andavate al vostro ristorante abituale, Il Matriciano nel quartiere Prati, ma non vi ci abbiamo mai trovato". Il fatto è che il nostro ristorante era La Carbonara a Campo de' Fiori. Ci ha salvato l'ignoranza dei mafiosi in materia di pastasciutta».

C'è un'altra sua amicizia importante che ha l'andamento di una fiction. Quella con il presidente Sergio Mattarella.

«Sì, con due momenti apicali all'inizio e alla fine. Ci siamo visti la prima volta davanti al cadavere di suo fratello Piersanti il giorno dell'Epifania del 1980, lui accorso disperato, io presente come pm di turno. Dopo tanti anni, nel salone dei Corazzieri al Quirinale, come presidente della Repubblica supplente sono stato io a passare le consegne al presidente eletto. In mezzo due vite, vissute in gran parte in parallelo nella nostra Palermo».

Nelle due settimane in cui è stato supplente non ha mai sognato di poter essere lei ad avere quella carica?

«No, io non sono una persona ambiziosa. Ho sempre lasciato che le cose mi capitassero per poi scegliere. È andata così anche quando Bersani mi ha chiesto di candidarmi alle politiche del 2013 o quando, appena eletto, mi ha detto a bruciapelo: "Ti ho proposto come presidente del Senato". La mia vita è un susseguirsi di "sliding doors" con le biforcazioni del destino. A parte, come le ho detto, la decisione precoce di fare il magistrato».

Lei è cattolico, presidente?

«Sì, e anche praticante».

Però nel raggruppamento di cui è leader non c'è traccia di cattolici di rilievo.

«Sto lavorando perché arrivino. Il mondo cattolico fa parte del mio progetto perché ha in sé quei principi di uguaglianza sociale di cui parlavamo».

C'è Rosy Bindi che è libera.

«Lo so, l'ho cercata, ma non vuole. Ha dichiarato che non si sarebbe ricandidata ed è il tipo che rimane coerente con se stessa».

Passiamo al futile. Dicono che lei ha una faccia da attore. Pensa di essere bello?

«No».

Neanche da giovane?

«Se lo sono stato, non l'ho percepito, anche perché non mi sembra di aver avuto molto successo mondano».

Però è in buona forma fisica.

«Questo sì. L'attività fisica mi aiuta a far funzionare il cervello. Ogni mattina faccio un po' di ginnastica e, appena posso, faccio tennis, nuoto, windsurf, sci e anche qualche partita di calcetto».

Rimpiange di non aver fatto il calciatore?

«Non è mai stato un impegno professionale. A 14 anni ero in una società seria di calcio giovanile: tre allenamenti la settimana, riunione il sabato, partita la domenica. Poi è finita lì».

Che altro fa nel tempo libero? Vedo sulla sua scrivania "Il luogo stretto" del dissidente siriano Fary Bayrader. Ama la poesia?

«Perché no? È un modo per guardare il mondo con occhi diversi. Per anni sul comodino ho tenuto Paulo Coelho, consigliato da mia moglie».

Al cinema ci va?

«Non sempre volentieri, perché al tempo del maxiprocesso fui gelato da una donna che, notando la scorta che ormai mi accompagna da più di trent'anni, sussurrò al marito "Sediamoci lontano, non si sa mai"».

La lascio con uno sguardo sul suo futuro. Lo immagina ancora istituzionale o tutto politico com'è al momento?

«Alle istituzioni ho dedicato la mia vita, ora sono in una dimensione politica che mi dà la sensazione, e anche la presunzione, di poter ancora essere utile a qualcosa

assemblea di LeU pinerolese

Lunedì 8 pv alle ore 21.00 presso il Centro Sociale di Via Lequio a Pinerolo

All'odg

  • commenti sugli esiti dell'assemblea per il programma del 7 a Roma e preparazione alle assemblee che si terranno "a livello locale per individuare, nel modo più aperto e democratico possibile, le persone che ci rappresenteranno nelle nostre liste." (da lettera di Piero Grasso)
  • calendario iniziative sul territorio

è importante un'ampia partecipazione

ciao

il coordinamento

Giulio Blanc

Piero Rostagno

appuntamenti elettorali





Ciao ,
il 2018 non è ancora iniziato ed è già pieno di appuntamenti!


Verso le elezioni politiche: le assemblee di Liberi E UgualiIl 7 gennaio si terrà a Roma l'assemblea nazionale di Liberi E Uguali.
Di seguito il testo della lettera con cui Pietro Grasso convoca le assemblee:

Care e cari,
l'assemblea di Liberi e Uguali è convocata a Roma il 7 gennaio 2018 alle ore 9,30 per la definizione del nostro percorso verso le prossime elezioni. Il luogo dell'incontro sarà l'Hotel Ergife di Roma (
https://www.ergifepalacehotel.com/)
L'assemblea discuterà e approverà le linee essenziali del programma elettorale - di cui abbiamo discusso il 16 e 17 dicembre negli incontri organizzati in molte città - e il percorso per la composizione delle liste.
Nei giorni immediatamente successivi - 8 e 9 gennaio - si terranno le consultazioni a livello locale per individuare, nel modo più aperto e democratico possibile, le persone che ci rappresenteranno nelle nostre liste.
È arrivato il nostro momento e dovremo essere puntuali, precisi e attenti alle scadenze ma, soprattutto, a esprimere la qualità e la rappresentatività più alte per il nostro programma e per chi lo interpreterà candidandosi con Liberi e Uguali.
Pietro Grasso

Nei giorni successivi all'assemblea nazionale, ci saranno quindi le assemblee territoriali in tutte le regioni: vi aggiorneremo non appena saranno definiti luoghi e date.


© 2017 Agenzia P-R-Evolution. Viale Marconi 10, 00156 Roma
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia