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FESTA 2018

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DAL NAZIONALE

interventi politici

PIETRO GRASSO

Il tempo della generosità e della chiarezza

Proposta alle forze politiche e sociali della sinistra e del campo democratico

La crisi istituzionale davanti a cui ci troviamo affonda le radici nella crisi del sistema politico e ancor di più in quella economica che ha minato profondamente la coesione sociale e che oggi mette in discussione la tenuta stessa della nostra democrazia.

La precarietà e l'aumento smisurato della povertà e delle disuguaglianze hanno alimentato insicurezze e paure che oggi costituiscono la base sociale del consenso con cui la Lega e il Movimento 5Stelle provano a dare un governo al paese nel segno di una regressione sul piano culturale, dei diritti e del rispetto delle istituzioni.

Non a caso l'offensiva politica nei confronti del Presidente della Repubblica ha assunto i toni di un vero e proprio assalto all'autonomia del Quirinale, fino alla ridicola richiesta di messa in stato di accusa avanzata dal M5S. I partiti che hanno tentato di piegare la Costituzione in questo frangente inaugurano oggi un disegno pericoloso: la trasformazione del Presidente della Repubblica in un mero passacarte, del Parlamento nell'esecutore di un Contratto di Governo scritto altrove, dell'esecutivo nel dominus assoluto. Per questo riteniamo la difesa delle istituzioni repubblicane un dovere morale davanti a nuove derive autoritarie.

Siamo davanti ad una crisi di legittimità delle istituzioni che riguarda in primo luogo la dimensione europea. Crisi che affonda le radici in un processo di integrazione incompleto, basato prevalentemente sulla moneta e sul sistema finanziario e non innanzitutto sulla coesione sociale e la democrazia.

La crisi che attraversa oggi il nostro Paese è figlia anche di questa impalcatura istituzionale che rischia di mettere in discussione la stessa autonomia delle democrazie rappresentative. Lo testimoniano le parole sconsiderate del Commissario europeo per il bilancio Oettinger, che segnalano la distanza abissale tra le tecnocrazie ed i popoli europei, così come la vicenda che ha riguardato la nomina del Ministro dell'Economia, che pone una questione rilevante e inedita relativa alla natura del rapporto tra la democrazia e i mercati. Questione molto seria che non può essere affrontata con forzature come quelle del M5S e della Lega che servono più a costruire il consenso elettorale che ad affrontare realmente il problema.

Questione democratica e questione sociale non possono quindi essere scollegate. Serve capire a fondo la natura di questa crisi per potere immaginarne il suo superamento, fare i conti con le politiche che hanno determinato le condizioni attuali.

Per dirla in poche parole serve mettere in campo una nuova proposta che si opponga alla nuova destra rappresentata oggi da Lega e M5S ad alle politiche di austerità che hanno permesso la loro ascesa.

Serve quindi una svolta, una radicale discontinuità con le politiche degli ultimi anni, un programma fondamentale chiaro, netto, che abbia al centro innanzitutto la parte più debole del paese, quella che ha pagato il prezzo più alto della crisi.

La priorità deve essere la lotta senza quartiere alla svalorizzazione del lavoro: serve una legislazione che limiti la reiterazione di contratti precari all'infinito, che dia attuazione alla carta dei diritti promossa dalla Cgil, che riformi radicalmente il sistema previdenziale riducendo l'età pensionabile, che intervenga sulle delocalizzazioni selvagge. Il Mezzogiorno deve tornare ad essere centrale, con una nuova politica di investimenti diretti. Bisogna chiudere definitivamente l'epoca dei condoni fiscali e contrapporre alla Flat tax un principio semplice e chiaro: chi ha di più paga di più, contribuendo ad alleggerire il peso delle imposte sul ceto medio impoverito. Bisogna finalmente garantire un reale ed esigibile diritto alla cura.

In campo europeo serve una proposta di revisione dei trattati, a partire dal patto di stabilità che soffoca gli investimenti senza contribuire a ridurre il debito, dalla modifica del Fiscal compact che vada nella direzione di una golden rule relativa a spese di investimento anche nazionali e quelle per ricerca, sviluppo e innovazione. Dobbiamo ripensare nuove politiche migratorie che promuovano l'apertura immediata di corridoi umanitari garantendo «canali di accesso legali e controllati» attraverso i Paesi di transito a chi scappa da persecuzioni, guerra e conflitti per mettere fine alle stragi in mare e in terra, e quindi debellare il traffico di esseri umani, anche con una nuova politica dei visti.

In caso di elezioni nei prossimi mesi, Liberi e Uguali, nella consapevolezza della drammaticità di questo passaggio, chiede a tutte le forze politiche e sociali della sinistra e del campo democratico di aprire un confronto per verificare la possibilità di una nuova proposta per il paese.

Convinti che se la partita elettorale si trasforma nel bipolarismo tra insider e outsider, euroentusiasti ed euroscettici, rigoristi e sovranisti a pagarne il prezzo più alto sarebbe in primo luogo il Paese.

Non serve quindi un indistinto fronte repubblicano, un'ammucchiata in difesa dell'esistente, ma una proposta che sappia ricucire le divisioni del passato dentro una nuova stagione politica. Serve una scossa! Serve un nuovo campo di forze che parta dalla necessaria discontinuità di contenuti, di metodi, di gruppi dirigenti.

Serve far emergere la capacità di rispondere alle sofferenze e alle paure di vasti strati della popolazione.

Ci rivolgiamo in primo luogo a tutti coloro che hanno a cuore la difesa della democrazia costituzionale, il destino di una Europa sociale non dominata dall'austerità, la lotta alle diseguaglianze economiche, territoriali, generazionali e di genere.

Nel caso in cui nascesse un governo politico di destra, oltre alla ferma opposizione nel Parlamento e nel Paese, daremo immediato avvio al percorso politico di Liberi e Uguali, così come deciso nell'Assemblea nazionale di sabato 26 maggio.

Siamo consapevoli che la sfida che abbiamo davanti è più importante del destino degli attuali gruppi dirigenti e delle singole organizzazioni. Questo è il tempo della generosità, ma anche della chiarezza e noi siamo pronti a fare la nostra parte.

Pietro Grasso

Leader di Liberi e Uguali

PUOI DARCI IL TUO PENSIERO SCRIVENDOCI UN MESSAGGIO




A 11 anni dalla strage della Thyssen e dopo 5 gradi di giudizio non ancora esecutive le pene per i manager tedeschi

30 APRILE 2018

"Vogliamo sapere quali atti ed iniziative il governo italiano abbia assunto in questi primi mesi del 2018 affinché fossero superati tutti i ritardi nell' esecuzione della sentenza della magistratura italiana sulla strage della Thyssen Krupp di Torino. Perchè è uno scandalo che le autorità tedesche non abbiano ancora reso esecutive le condanne dei manager responsabili del rogo del 2007. "

E' quanto chiedono, alla vigilia della Festa del Lavoro del Primo Maggio, in un'interrogazione parlamentare di Liberi e Uguali al premier e al ministro della giustizia il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e il capogruppo dei deputati di Leu Federico Fornaro.

I parlamentari di Leu eletti in Piemonte, ricordano nell'interrogazione tutti i vari passaggi di questa vicenda, da quel 6 dicembre 2007 quando presso lo stabilimento di Torino della Thyssen Krupp , importante azienda tedesca del settore siderurgico, 7 operai morirono ed uno fu ferito durante un incendio avvenuto sulla linea 5 dell'acciaieria;
fin dalle prime indagini della magistratura fu evidente l'inadeguatezza delle misure di prevenzione e di sicurezza presenti. E tutti i vari e complessi passaggi giudiziari nel corso dei 10 anni trascorsi, con i 5 gradi di giudizio della magistratura italiana che hanno evidenziato responsabilità precise nella morte dei lavoratori.

Il 13 maggio del 2016 la Suprema Corte di Cassazione - ricordano infatti Fratoianni e Fornaro - parlando di "loro colpa imponente nel rogo provocato per la totale e consapevole mancanza di adeguate misure di sicurezza" ha confermato le condanne decise dalla Corte d'Assise d'Appello di Torino per i manager sia italiani che tedeschi dell'azienda: 9 anni e 8 mesi per Harald Espenhann, 7 anni e 6 mesi per Daniele Moroni, 7 anni e 2 mesi per Raffaele Salerno, 6 anni e 10 mesi per Gerard Priegnitz e Marco Pucci, 6 anni e 8 mesi per Cosimo Cafueri. Condanne diventate immediatamente esecutive per gli imputati italiani. E il 19 ottobre 2017 la Suprema Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi per la riduzione delle condanne. Tuttavia per gli ex manager tedeschi le condanne non sono state ancora rese esecutive dalle autorità della Germania.

Poichè la Repubblica Federale di Germania condivide con il nostro Paese accordi di cooperazione nel settore della giustizia, e condivide lo spazio della Giustizia europea, e poichè nei mesi scorsi fonti del Ministero della Giustizia italiano hanno parlato di 'costante opera di sensibilizzazione delle autorità tedesche" i, vogliamo sapere se ci sono ulteriori sviluppi - concludono Fratoianni e Fornaro - su una vicenda così umiliante ed offensiva per le famiglie delle vittime, e per l'opinione pubblica del nostro Paese.


NICOLA FRATOIANNI

Docenti diplomati magistrali in sciopero della fame. Serve soluzione, forze politiche concordino subito un testo decreto

27 APRILE 2018

«Dopo mesi e mesi di proteste e di promesse da tutte le parti, dopo la surreale vicenda che li ha investiti dalla sentenza del Consiglio di Stato del dicembre scorso, ora i docenti diplomati magistrali sono costretti a fare lo sciopero della fame per ricordare al mondo della politica che non è ancora stata trovata una soluzione». Lo afferma Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali.

«Sono migliaia i docenti a rischio di licenziamento - prosegue il leader di SI - migliaia di persone che garantiscono da anni la scuola a decine di migliaia di bambini, una continuità didattica che rischia di non proseguire il prossimo anno. Serve una soluzione, al più presto».

«Da settimane gli esponenti di Liberi e Uguali avanzano una proposta, che rinnovo anche io oggi: le forze politiche concordino insieme al governo il testo di un decreto per confermare i docenti coinvolti. Serve solo - conclude Fratoianni - la volontà di affrontare e risolvere questa emergenza».


FIRMA ANCHE TU

#BastaAmianto: sbloccare DL rinnovabili. Ripristinare subito incentivi pro rimozione

26 APRILE 2018

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Sbloccare il dl Rinnovabili, atteso da novembre 2016, e inserirvi l'incentivo per chi elimina l'amianto dei tetti e allo stesso tempo installa pannelli fotovoltaici. E' l'appello che lancia la petizione su Change.org #BastaAmianto (Change.org/bastaamianto) firmata da oltre 38mila cittadini e che oggi è stato rilanciato alla Camera da da Annalisa Corrado (Green Italia e Possibile), Rossella Muroni (deputata LeU), Pippo
Civati (Possibile), dal vicepresidente del Kyoto Club Francesco Ferrante, Luca Pastorino (deputato LeU) e dal coordinatore dell'Ufficio scientifico di Legambiente Andrea Minutolo.

«Si ripristinino gli incentivi per chi sostituisce l'amianto con il fotovoltaico», dice Corrado, «in queste ore è all'esame il Dl Rinnovabili, quindi questo è il momento propizio per reinserirli. La Lega e il M5S hanno chiesto di bloccare il decreto perché sia il prossimo governo a decidere, ma per noi questo significa aspettare troppo tempo», avverte Muroni, ma la definizione del dl «la dobbiamo a cittadini e imprese», perché «l'amianto sta continuando a uccidere e continuerà a uccidere nei prossimi anni, perché se anche oggi potessimo farlo scomparire tutto con la bacchetta magica le persone contnuerebbero a morire».

«Chiediamo al presidente della Camera Roberto Fico di ricevere le 38.340 firme raccolte da #BastaAmianto sono firme di altrettante persone da consultare per la composizione del governo», un prosegue Rossella Muroni, deputata di Liberi e Uguali. La consegna delle firme a Fico perché «in qualità di presidente della Camera chieda ai futuri ministri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente di agire su questo tema», precisa Muroni.

«Vorremmo che in questa fase gli scontri fra i partiti per la formazione del Governo riguardassero questi temi», spiega la deputata di LeU, «che sono temi ambientali ed economici» perché la rimozione dell'amianto oltre a tutelare la salute «fa attivare filiere economiche e produttive con necessità di forza lavoro» perché «la questione ambientale è un tema economico che può dare prospettive e lavoro».


DOCUMENTO ECONOMICO FINANZIARIO

Def, Fassina: urgente una svolta nella politica economica

26 APRILE 2018

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«Lo scenario "tendenziale" del Def, approvato oggi dal Governo Gentiloni, conferma la necessità e l'urgenza di una svolta di politica economica. A differenza di quanto si continua a raccontare, la ripresa italiana è stata alimentata dalla Bce e rimane a metà della media dell'eurozona. L'agenda liberista delle cosiddette "riforme strutturali", dal Jobs Act ai tagli a sanità e scuola, va sostituita da un programma pluriennale keynesiano che faccia ripartire gli investimenti pubblici lasciati dai governi Renzi-Gentiloni al livello più basso della storia dell'Italia Repubblicana, in particolare nel Mezzogiorno». Lo afferma Stefano Fassina di Liberi e Uguali, componente della commissione speciale di Montecitorio.

«Gli obiettivi programmatici sull'indebitamento netto, previsti nello scenario tendenziale, prosegue Fassina, vanno significativamente innalzati in quanto la loro conferma condannerebbe l'economia italiana alla recessione, a livelli di disoccupazione inaccettabili e a occupazione sempre più precaria e sottopagata, tanto più in un quadro di attenuazione della politica monetaria espansiva. È necessario disinnescare le clausole di aumento dell'Iva senza tagli di spese e dedicare almeno un punto di Pil all'anno al finanziamento in deficit di un piano triennale di investimenti pubblici in piccole opere. Speriamo che i cosiddetti vincitori delle elezioni siano coerenti con le promesse elettorali nelle risoluzioni per l'approvazione del Def», conclude l'esponente di LeU.


INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

25 Aprile, parata divise SS a Cascina. Fratoianni: il governo condivide questo modo di festeggiare la Liberazione dal Nazifascismo?

26 APRILE 2018


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"Il governo condivide questo modo di rievocare e festeggiare la Festa della Liberazione dal nazifascismo? Quali interventi ha pensato l'esecutivo di avviare attraverso il Prefetto di Pisa nei confronti dell'amministrazione comunale di Cascina. E ancora il governo ha intenzione di chiedere all'amministrazione comunale di Cascina quali criteri storico-scientifici abbiano fatto scegliere l'associazione che ha organizzato la parata di truppe delle SS per le vie di Cascina, e quali sono stati i costi per la collettività per lo svolgimento di tale evento?".

Sono alcune delle domande che i parlamentari di Liberi e Uguali, primo firmatario Nicola Fratoianni, chiedono al ministro dell'Interno e al governo nell'interrogazione parlamentare presentata oggi sull'iniziativa che si svolgerà venerdi a Cascina, in provincia di Pisa.

Nell'interrogazione Fratoianni ricorda che tale iniziativa sta producendo nell'opinione pubblica sconcerto e polemiche, dato che l'evento prevede anche una parata di mezzi e figuranti di reparti delle SS. L'Associazione Nazionale Partigiani Italiani Anpi ha preso ufficialmente le distanze dall'iniziativa. Nel corso del 1943-1944 il territorio della Toscana, e della provincia di Pisa fu teatro oltre che di eventi bellici drammatici, anche di efferate stragi di civili compiute proprio dalle truppe naziste e dalle forze fasciste, il cui ricordo è ancora ben vivo nei cittadini di quelle realtà.

Inoltre da quanto emerge (per la verità ben poco) dal sito web dell'associazione che curerà la parata di mezzi e di persone in divisa germanica per le vie della cittadina, non si comprende quale sia il carattere storico-scientifico dell'iniziativa, anche perchè i soli richiami presenti sono relativi a reparti delle SS naziste responsabili di atroci stragi sul territorio nazionale oltre che l'invito a leggere l'autobiografia della guardia del corpo di Adolf Hitler, che fino alla sua scomparsa nel 2013 si è detto orgoglioso di essere stato per anni al fianco del Fuhrer.

"E' ancora più evidente - conclude Fratoianni nell'interrogazione - il rischio che Istituzioni locali, contravvenendo ai dettami della Costituzione, con tali iniziative diano spazio a richiami nostalgici e revisionisti di pagine della storia contemporanea del nostro Paese".

Nella foto Il gruppo "Ultimo fronte 1945" interpreta uno squadrone di SS (fonte Youtube)


INTERROGAZIONE IN PARLAMENTO

Aeroporto Firenze, Fratoianni: Di fronte alle proteste di molti comuni, governo intende aprire tavolo per ridiscutere scelte?

20 APRILE 2018


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"In merito al progetto di realizzazione della nuova pista di volo, dei piazzali per aeromobili, del nuovo terminal passeggeri, della viabilità di accesso e dei parcheggi, dell'area cargo dell'aeroporto Vespucci di Firenze, di fronte alla contrarietà di ben 7 amministrazioni comunali, rappresentative di quasi 400mila cittadini, il governo intende o no aprire un tavolo politico-istituzionale per ridiscutere le scelte compiute?"

E' una delle domande che il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali pone al governo nell'interrogazione presentata in Parlamento ai ministri dell'Ambiente e delle Infrastrutture oltre al Presidente del Consiglio.

"Moltissimi soggetti - centri di ricerca universitari, amministrazioni locali, associazioni ambientaliste, comitati di cittadini - ricorda nell'interrogazione l'esponente della sinistra - hanno espresso nel corso degli anni notevoli criticità per i grandi rischi per la salute, per l'ambiente, per l'economia derivanti dall'approvazione di questo progetto e della sua successiva realizzazione.Nelle settimane scorse i comuni di Sesto Fiorentino, Campi, Prato, Calenzano, Signa, Poggio a Caiano, Carmignano hanno presentato ricorso al Tar contro il decreto di valutazione ambientale che permetterà la realizzazione dell'opera.
Fratoianni poi chiede per quale motivo nell'Osservatorio ambientale, nonostante le prescrizioni lo richiedessero, i comuni su cui insisterà l'opera non sono stati rappresentati; Se a fronte della contrarietà di 7 amministrazioni comunali, rappresentative di quasi 400mila cittadini, il governo ritiene di dover rivedere i finanziamenti annunciati dal Cipe nello scorso gennaio per oltre 330 milioni di euro previsti nel Masterplan 2029".

Infine - il leader di Si chiede al governo - se a fronte delle numerose prescrizioni a tutela dell'ambiente che prevedono altrettanto numerosi interventi, se l'esecutivo è in grado di stabilire e di rendere finalmente noto quanto ammonterà il costo totale dell'opera. E contestualmente rendere noto quanto ammonterà il finanziamento privato dell'opera


accompagnamento scolastico

dopo il periodo elettorale ritorniamo al nostro progetto Culturale 

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12-03-2018

DOCUMENTO DEL CIRCOLO PINEROLO-VALPELLICE

Il post voto ha certamente lasciato dentro tutti noi grande amarezza: ci siamo ritrovati ad essere più soli di quel che pensavamo. Ci siamo resi conto che molti non ci hanno ascoltato, e che tra quelli che ci hanno ascoltato, pochi sono quelli che ci hanno dato fiducia. Ci siamo interrogati sulle ragioni del fallimento, con una buona dose di autocritica, forse eccessiva.

Talvolta bisognerebbe però fermarsi e guardare le cose più da lontano, con maggiore oggettività, dimenticando le aspettative (che se troppo luminose fanno apparire la realtà buia per contrasto) e concentrarsi sui fatti.

Ci siamo presentati alle elezioni con un partito, un simbolo ed un programma nati da appena un mese. Ci siamo fiondati in una campagna elettorale fatta di slogan e vane promesse, tra partiti con forse poca sostanza ma grande capacità mediatica. Abbiamo subito attacchi continui, da destra e da sinistra. Ci siamo presentati con l'obiettivo di rifondare la sinistra in un paese dove la democrazia stessa è in affanno, dove decenni di diseducazione civica hanno portato i cittadini lontani dalla politica, rendendo il corpo elettorale facile preda della demagogia.

In un contesto del genere, e senza voler sottostimare le colpe e gli errori che certamente abbiamo commesso, il risultato ottenuto può essere visto sotto una luce diversa.

E quindi certamente va considerato che un milione e centomila persone ci hanno dato fiducia; che molti militanti, giovani e vecchi, reduci della sinistra, hanno trovato nel nostro progetto una casa; che sui territori tante compagne e compagni si sono attivati e messi in gioco, sentendosi di nuovo partecipi di qualcosa di positivo; che 14 deputati e 6 senatori sono stati eletti e siederanno in parlamento, e da quella posizione privilegiata potranno portare avanti la nostra battaglia; che siamo l'unica forza minore che è riuscita ad entrare in parlamento; che molti hanno visto nel nostro progetto una speranza, e lo dimostra il fatto che secondo le analisi dei flussi (da ultimo lo studio quello realizzato da IPSOS) i maggiori consensi sono stati registrati tra i giovani e tra gli studenti.

Tutto questo non può non essere preso in considerazione, non può non essere valutato.

Un cammino è iniziato. Forse più lentamente del previsto, forse con andatura più incerta di quanto non si era sperato, ma certamente è iniziato.

Come circolo di Pinerolo-Valpellice chiediamo quindi che Sinistra Italiana porti avanti questo cammino, e lo porti avanti in modo unitario, all'interno di Liberi e Uguali.

Chiediamo che ci si dimostri degni della fiducia che ci è stata data, che si mantenga l'unica promessa elettorale che siamo fin da subito in grado di mantenere: quella di impegnarci al fine di ricostruire la sinistra, unitaria e plurale, partecipata.

Comprendiamo le critiche avanzate da Fratoianni circa la necessità di dimostrare discontinuità rispetto al percorso del PD, di ricercare una maggiore radicalità nelle proposte.

Ma riteniamo che ciò vada fatto e si possa fare all'interno di Liberi e Uguali, con il confronto, anche duro se serve, ma sempre nel segno dell'unità.

Vogliamo poter dire a chi ci ha dato fiducia che non stavamo scherzando, che non era solo campagna elettorale. Vogliamo poter dire a chi ha deciso di seguirci che noi ci siamo, e che facciamo sul serio.

13-12-2018


DAL SITO LIBERIEUGUALI.IT

Chi siamo

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.


Articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana

Liberi e Uguali è quello che siamo. È la nostra idea di società. È quello che tutti devono avere la possibilità di essere, di diventare.

È l'impegno su cui si fonda il nostro progetto politico. È la nostra promessa di cambiamento, una promessa che vogliamo mantenere dando il nostro contributo per una società in cui si possa vivere con libertà e nell'uguaglianza.

Porteremo avanti con determinazione la nostra lotta contro le diseguaglianze, per la tutela del nostro pianeta e dell'ambiente, per un altro modo di produrre e consumare, ci impegneremo per l'istruzione pubblica e di qualità per tutti, per la sanità pubblica e il diritto di tutte e tutti a ricevere le cure adeguate, per un lavoro che non calpesti la dignità di nessuno, con diritti e tutele, con una paga adeguata e un nuovo welfare che consenta di sfuggire ai ricatti; serve un paese che torni a mettere al centro la cultura, l'innovazione e metta fine alla assurda competizione al ribasso. Non smetteremo di combattere contro le mafie e la corruzione che soffocano il futuro dell'Italia, per una democrazia in cui torni a contare la voce dei tanti e non gli interessi dei soliti noti, per la nostra Carta Costituzionale che giunta al suo settantesimo anniversario necessita non solo di essere difesa, ma soprattutto di essere attuata fino in fondo.

La nostra lista nasce dall'incontro di migliaia di donne e uomini, da centinaia di riunioni e assemblee in tutti i territori del Paese, dal coinvolgimento di associazioni e realtà sociali; e da un sentimento diffuso della necessità di ricostruire una politica seria, efficace e concreta che punti a cambiare in profondità questa società ingiusta.

La lista nasce anche dall'incontro di tre partiti Articolo 1 - MDP, Possibile e Sinistra Italiana, e dalla loro scelta di andare oltre ogni particolarismo mettendosi a disposizione di una una proposta politica comune, aperta ai tantissimi non iscritti ad alcun partito e alla società tutta, a tutti coloro che in queste settimane stanno animando la nascita di comitati, organizzando iniziative, facendo rete per cambiare davvero questo Paese.

Per guidare questo percorso abbiamo scelto un uomo la cui storia dice tutto: il presidente del Senato e già Procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso . Uomo dello Stato che con coraggio e passione ha sempre mostrato nei comportamenti e nelle scelte il valore dell'onestà e il senso di servizio verso i cittadini.

Per cambiare davvero l'Italia, per portare avanti il nostro impegno per i molti che hanno poco davanti a una politica che troppo spesso si occupa solo dei pochi che hanno troppo, c'è bisogno di tutti. Partecipa anche tu.



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